Venerdì 16 maggio 2008
Andiamo a passare un week end a Ras Sudr, io, Liliana e Duncan. Spiagge stupende e acqua cristallina, anche se molto ventoso.
Alla reception io e Liliana – così, per curiosità – chiediamo se è possibile avere una manicure. Il ragazzo di turno risponde – manicure? One moment. - E scompare. Normale. Ogni volta che chiedi a qualcuno qualcosa, questo deve andare a chiamare qualcun’altro, che poi a sua volta andrà a cercare quello che parla inglese.
Questa volta, siccome dubitavamo fortemente che ci fosse il servizio manicure in quell’hotel, e siccome il ragazzo non accennava a tornare, ci siamo direttamente avviati verso la spiaggia, abituate a rinunciare alle risposte.
Dopo venti minuti, quando ormai avevamo dimenticato totalmente il fatto, vediamo trotterellare sulla passerella il ragazzetto, che, fedele al compito assunto, ci portava il suo responso: no, non c’è manicure. Eravamo quasi commosse da tanto zelo e dedizione.
h.23.45 circa. Già addormentata da circa mezz’ora dopo un lauto aperitivo offerto da Duncan, mi svegliano le voci di Liliana e di due uomini, e la luce proveniente dalla porta d’ingresso della stanza. La porta si richiude e Liliana rientra in stanza scocciata sospirando concitata “Questa è un’altra storia egiziana!”.
Io non mi ero accorta di nulla. Il ragazzetto era stato insistentemente a bussare alla nostra porta, e a quella accanto alla nostra, di Duncan, fino a che Liliana non si è svegliata e gli ha aperto!
“No no, thank you”. Mezza addormentata Liliana lo ha liquidato e ha richiuso la porta senza capire bene il senso di questa visita; solo dopo ha ricollegato che era lo stesso della mattina, e che gli portava lo smalto, anzi, secondo lui, “la manicure”! Poverino, identificando la manicure con lo smalto avrà sicuramente fatto i salti mortali per procurarsi quello smalto, pensando pure di tirarsi su una bella mancia; ma a quell’ora della notte!
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