Certe volte semplicemente non riesco a rimanere ancorata alla realtà. Non so se è una difesa o cosa. Ma è sempre più spesso che mi ritrovo a vivere nel mio mondo. Torno per terra solo quando è strettamente necessario, e con sforzo, ovvero quando lavoro, o quando devo parlare con qualcuno. Ma appena mi siedo in un taxi o mi aggrappo alla maniglia della metro, o comincio a camminare nelle macchine in palestra, o lavo i piatti, o semplicmente cammino per la strada e guardo i negozi, mi trasformo in un personaggio dei miei sogni. Tutto ciò mi fa pensare a Clara de “La casa degli spiriti”.
Non so se preoccuparmi di questa cosa. L’ho sempre avuta, certo. Ma in questo periodo è particolarmente accentuata e non so se la devo leggere come il sintomo di un’insoddisfazione o di un problema da qualche parte più in profondità.
Non ho voglia di sentire la televisone, di leggere i giornali, di andare alle feste mondane. Ho solo voglia di stare in casa con la mia musica a scrivere o leggere o parlare con le amiche, ma solo quelle strette. Mi sento di non poter più sostenere una convivenza e una parte di me ha rinunciato alla prospettiva di una storia stabile; allora cerco di immaginare come potrebbe essere la mia vita da sola, ma non mi piace. D’altra parte però vedo come rigetto, rifiuto, ogni tentativo di avvicinamento nei miei confronti, senza più pormi il problema di distinguere tra chi fa il marpione e chi invece magari esprime un affetto sincero. Getto scariche di spine ai malcapitati ed ergo muri di ghiaccio inesplicabili per chi si basa sugli schemi più classici del rapporto uomo-donna.
Continuo a perdermi tra omuncoli di cui non me ne frega nulla e non mi stupisco della loro rabbia poi. Ora qui c’è Ahmed. Lo stimo e mi piace tanto, anche se mi sembra il solito stronzetto, determinato, competitivo e un po’ egoista. Fa il suo gioco e il suo interesse, e chissà quando e come ammetterà di averne altre. Continua con le sue domande, è carino e non è invadente anche perché credo proprio che non si azzardi, data la sua posizione; lui ora non mi conosce e per questo sa che cosa rischia se solo io fossi una stronza che gli monta un casino sul lavoro. Forse aspetta che gli dia io il la, mentre io aspetto di vedere fino a dove si spinge. Lui continua a fare domande, tutte intelligenti. Davvero mi trasmette tanta vita, forse quella che non ho in questo periodo, che sono tutta presa in una fase di digestione di non so quante vite precedenti. Davvero è un contatto positivo, e io ho voglia di rivederlo. Lui dice che gli piacciono le mie espressioni del mio viso, me lo dice sempre dal primo giorno, quando mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto fare l’attrice.
E poi non lo so, davvero non ho idea di come gestirla qua...fare salire un uomo in casa non è molto ben visto, ed io sono super controllata dai miei bauab.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento