2. Anna viene al Cairo

Venerdì 2 maggio

Il piano era di fare un giro in centro e poi raggiungere la cittadella, in cui io non ero ancora mai stata. 
Ovviamente l’autista non capisce dove dobbiamo andare ma fa finta di sì, ci porta fuori strada e poi ci vuole fare pagare la distanza percorsa per sbaglio, e io che mi metto a litigare. 
– Anna esci dal taxi! 
– Cosa? 
– Esci dal taxi ho detto! - Se no non riesco a litigare.

Arrivati finalmente alla piazza della cittadella, abbiamo cercato di capire dove fosse l'entrataUn passante ci ha detto che assolutamente era chiusa di venerdì a quell’ora. Un altro che era aperta e che aveva appena visto gruppi di persone entrare. Un terzo, che ci ha trovate riverse sulla mappa, ci ha chiesto se avevamo bisogno di aiuto, e ha anche anticipato la mia diffidenza, dicendo che non lo faceva per avere una mancia, ma perché era laureato in storia dell’arte, e gli faceva piacere dare informazioni sulla propria città.

Oltre a volerci mandare verso una moschea mai sentita, seguendo le sue indicazioni ci siamo infognate in una stradina sterrata piena di immondizia e carcasse di auto, che finiva in un enorme cancello arrugginito chiuso da un chiavistello. Siamo tornate sui nostri passi. 

Abbiamo camminato in stradine sterrate e fangose, e poi in mezzo allo smog, al caldo, al nero del grasso e dell’olio delle officine sciolti sulla strada, scavalcando immondizia e gatti morti. Infine abbiamo raggiunto l’entrata. 








Mercoledì 7 maggio

Partite dal Cairo alle 7:15 per Baharia. Io e Anna ci siamo stese lungo una duna e siamo state così ad occhi chiusi per vari minuti, fino a che la sabbia non ha iniziato a ricoprirci. Solo un vento reso silenzioso dal contatto con la sabbia. Deserto biancoLa sabbia profuma di pulito. Paesaggio lunare. Compagnia piacevole. Calma.






Giovedi 8 maggio



Ieri sera abbiamo visto una volpe del deserto. Si è avvicinata al nostro fuoco. La sera ci siamo uniti a un altro gruppo, composto da una guida e due ragazzi tedeschi. Canzoni, canti e balli beduini nella tenda di Omar. Ezz suonava il bongo e cantava, e poi si è messo a ballare la “danza del cammello”, una tipica danza matrimoniale femminile, che consiste nell’appoggiarsi a un bastone, e a girarvi intorno lentamente mettendo in evidenza il movimento delle chiappe.


Il deserto è uno stato neutro dell'essere. È un azzerarsi dell'anima. È l'uomo di fronte alla natura. È pulito, è caldo, è secco, è infinito, è ondulato. È una distesa di sabbia, ma mai uguale a se stesso, tutt'altro che monotono. 






1 commento:

  1. Vorrei aggiungere anche la piacevole sensazione di quando ci siamo svegliate una mattina ed abbiamo visto le impronte delle volpi del deserto vicino ai nostri sacco a pelo..ignare del fatto che avessero cercato (invano, visto il nostro sonno pesante) di giocherellare con noi!

    RispondiElimina