5. Scene di vita quotidiana

Sei qui con tuo marito? 
Oggi il security officer mi ha chiesto con spontaneità se vivo qui col mio “spouse”, o se sto qui al Cairo da sola. E ridaje… Ma c’ho avrò avuto la fede alla mano sinistra quando l’ho conosciuto, o sono davvero troppo al di là dell’età del matrimonio? Anche i tassisti me lo chiedono sempre. 

Corpo
Oggi, giorno dedicato a me stessa. Come tutti gli altri giorni, si dirà...Allora giorno dedicato al mio corpo, questo corpo "sporcato". Necessario per contrastare l’assoluta mancanza di sensualità e l’opprimente autocontrollo a cui sono soggetta, nel vestire, nel muovermi, nel guardare, nel toccare, nel ridere, nel sorridere.
h 10 Ceretta dall’estetista;
h 14 Pulizia del viso a casa, con Dagmar, bella e tormentata quarantacinquenne tedesca. Anima persa, come dice Liliana.
h 18 Aerobica;
h 19 Fisioterapista.

Fatim
È venuta Fatin a farmi ceretta e manicure - e con lei ho ripassato tutta la lezione di arabo fatta ieri con Elias.
Mi ha chiesto perché mi vesto sempre di nero. “Because I like it!” “Ah, ok, because you like it”. Forse credeva che potessi essere vedova?
Poi, quando si è fatta l’ora, si è presa la sua pausa e si è messa a pregare, sul mio divano. 

“Non lavorano”
Parlando con Nada oggi ho scoperto che un funzionario del governo, senior, arriva a prendere 1000 pounds al mese, ovvero circa 150 euro.
Nada lavora come consulente del WFP al governo e mi ha detto che negli uffici governativi non hanno la connessione internet. “E come lavorano?” le ho chiesto. “Ah, ma non lavorano. Molti non si presentano nemmeno in ufficio”. Beh, ci credo, per 150 euro...

Soldati
Uscendo dalla metro di Al Taharir sono sbucata proprio nel mezzo di una truppa di soldati, perché ovviamente la piazza principale era tutta controllata; madonna mia, non poteva andarmi peggio...ho tenuto lo sguardo basso per scomparire, non terminavano mai...

Milk and sugar
Oggi per la strada un ragazzetto mi ha gridato: “milkmilk!”. L’altro appellativo preferito è sugar.

Taxi
Torno dalla palestra, per Courniche El Nil. Un autobus è fermo di traverso - ma proprio in perpendicolare, a 90° - e blocca tutto il traffico dall’arteria del Cairo. È proprio davanti a noi.  

Vedo il povero autista che annaspa, l’autobus non si muove. In realtà è semplicemente la retro che non riesce ad entrare. Da dove sono io riesco a vederlo, il mio driver no. Allora a gesti indico la marcia e il movimento: è solo quello che non funziona. Lui capisce e scende, e in pochi secondi si fa del movimento e si radunano un po’ di uomini. Se non fosse stato per lui non si sarebbero più mossi. Dal bus cominciano a scendere uno dopo l’altro soldati in uniforme, tutti a spingere il bus all’indietro. Riescono a raddrizzarlo e a ripartire. 

“Mabruk!” dico all’autista, congratulazioni! E comunque, arrivati a Zamalek, e per quanto gli abbia detto “Setta” (6), questo ha provato a prendermi 10! “Dayman kamsa!”, “pago sempre 5!”, gli ho detto, e io che pure gli volevo fare un piacere dandogli 6! Alla fine non aveva il resto di 10, e mi ha dato 5 pound...e lo ho pagato 5. 

Mi chiedo se il mio sia un atteggiamento etico o no. Dovrei fottermene e dare di più a questa povera gente, che per la maggior parte mi pare lavorare onestamente, rovinandosi i polmoni nel traffico...o assumere che io, come ogni altro, è giusto che gli dia una somma adeguata ma giusta, e non da turista. Mi sento una spocchiosa ad arbitrare sui pochi centesimi di euro che separano 5 da 10 pounds, ma nemmeno voglio fare la turista.

Doctor Agaya
Oggi Doctor Agaya, la mia proprietaria settuagenaria, mi ha aperto la porta in sottovestina. Con me c’era anche il suo bauab.
Attualmente ci sono 36 gradi, e dovrebbe essere normale stare in sottoveste o simili. E invece quando l’ho vista ho pensato che ci fosse un errore, che sicuramente non sapeva che con me ci fosse anche il bauab, e si sarebbe andata a coprire...
E invece lei era tranqullissima, giustamente, con la sua sottovestina grigiolina dalla polvere e piena di macchie. Anche lui non ha fatto una piega. Dopotutto Doctor Agaya è una cristiana copta, una marginale e un’infedele. Forse anche il suo bauab è copto. I miei lo sono.
In fondo sembra carina, anche se ho paura che alla fine mi fotta i soldi delle bollette.

Lezioni di arabo
Ieri ho fatto la prima lezione di arabo con Elia. Elia ha 35 anni, parla italiano, inglese, francese, greco ed arabo ed ha origini greche, italiane, e arabe. Pur senza averci mai vissuto né comprendendone i sottili meccanismi ha diritto di voto in Italia, che esprime a favore di Silvio.
E’ andata bene. Mi ha fatto prima parlare e poi un po’ scrivere. Che strana sensazione ritrovarsi a scrivere con una matita dei segni incerti e cancellare gli errori con la gomma. E cercare di ricordarsi cosa distingue una lettera dall’altra.
Di quando imparavo a scrivere alle elementari, ricordo una cosa: i ragionamenti che facevo cercando di ricordare quale era la “b” e quale la “d”. Però questa lezione mi ha trasmesso libertà. E’ come se avessi suggellato l’ingresso alla mia nuova vita.

Ufficio 
È da una settimana che in ufficio l’acqua c’è e non c’è, ma nessuno si lamenta.

A causa di uno sciopero programmato per oggi, inoltre, le misure di sicurezza ONU hanno legittimato il personale a lavorare da casa. A me non mi pareva così una big issue e sono andata al lavoro, ma ero l’unica tra il personale non residente a Maadi. Mi pare assurdo. Sono comunque andata via prima, anche perché non essendoci i colleghi, potevo fare poco.


Ambulanze
Una cosa che non ho mai sentito fino ora è la sirena delle ambulanze. Infatti ho scoperto essercene una ogni 35.000 abitanti.

Concerto
Questa sera vado a vedere un concerto di Ali El Haggar con Liliana. Vita culturale. Ci vuole per ritrovarsi dove si sta vivendo. Mi fa sentire di vivere finalmente, ora, la mia nuova vita in questa città.
Mi è parso di capire che questo artista è un po’ come i nostri cantautori (De Andrè, De Gregori...). Il pubblico era variegato, anche se si distinguevano persone di classe medio alta.
Io lo vedo da come sono le donne. Erano o svelate, o col velo “a concio”, come lo chiamo io, ovvero arrotolato dietro o di lato in una crocchia che lascia scoperta la nuca. Ha un che di chic. Lui mi è piaciuto molto, una voce fantastica. La gente si avvicendava ai piedi del palco dandogli dei bigliettini con scritte le canzoni che avrebbero voluto ascoltare.

Gatto 
Dopo il lavoro entro in casa, apro le finestre perchè l’immondizia inizia a puzzare...vado in bagno per lavarmi le mani, esco e chi mi trovo? Il gatto bianco, col suo collarino, il pelo rasato (a parte la coda che era un batuffolo)...entrato dalla finestra che dà sulla terrazza dei vicini.
Non riuscivo a fargli capire che era entrato dalla finestra, lui cominciava a porsi qualche quesito su dove si trovava e ad agitarsi, ma non me la sentivo di gettarlo sulla sua terrazza, che è un po' di sbieco rispetto alla mia...
Alla fine ha ritrovato la strada. E poi è ritornato. Ma l’ho mandato via facendo i fischi dei gatti...E mi ha anche fatto tutte le impronte in casa, di pece, quella che l’omino ha usato per isolare il mio tetto..e che giustamente ha fatto colare nel balcone del vicino, e che ora col caldo si scioglie...maledetto gatto. 

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