7. Lo spirito E il capitalismo

Martedì 12 agosto 2008

Ieri ho parlato col mio collega tedesco Wolfram del concetto di
lavoro qui. Di quanto tutto sia disorganizzato e completamente fondato non su delle procedure, ma sulla simpatia.

In Europa le procedure ci precedono. Almeno a Bruxelles (in Italia è un po' diverso), non abbiamo il problema di fare favori, di fare regali e sorrisi, perché tutto si muove di vita propria e segue dinamiche che attengono al “è giusto così” e al “si fa così”. A volta fino al limite dell'assurdo e del controproducente, di quando non si sa nemmeno più perché si applica una regola, ma nonostante l'assurdità, non si possono fare eccezioni. Per esempio, perché al capolinea dell'autobus mentre fuori nevica non posso salire sul mezzo mentre è ancora fermo ma devo aspettarlo congelando alla fermata? Perché è così, non si può salire prima.  Perché quando ho dimenticato la valigia sul vagone del treno svedese dalla stazione dalla stazione non hanno potuto chiamare il personale a bordo mentre il treno era ancora in corsa, individuando così la valigia? Perché non si può, e lei dovrà aspettare che la portino all'ufficio oggetti smarriti (dove non arrivò mai).


Qui invece – come anche nel Sud d’Europa del resto, ma in modo molto più accentuato - è tutto flessibile. E’ tutto fattibile. Non c’è un modo piuttosto che un altro. Tutto dipende da chi hai di fronte, e da come ti comporti tu. 

I documenti non ha senso metterli in un ordine sistematizzato. Basta buttarli sullo shared-drive e poi si troveranno, perché si chiede a qualcuno; qualcuno che ricordi a prescindere da una classificazione razionale e accessibile dall’esterno. C’è sempre qualcuno a cui si deve chiedere per finire un lavoro e per ritrovare un documento. Perché le procedure non esistono, la logica è contingente e relativa, e quindi bisogna ricostruirla ad hoc volta per volta. Ovviamente non esiste garanzia di nulla e in nulla, ma nel momento in cui si riescono a controllare bene i fili del meccanismo è possibile procedere in maniera molto snella se non più efficiente che da noi. 

Per quanto riguarda il lavoro, almeno nel mio ufficio ho l'impressione che resti un puro mezzo di sussistenza, dove i risultati sono piuttosto un modo di ottenere riconoscimento, e forse una promozione, dal capo. Ma raramente c’è un fine più grande e più astratto, precedente, che motiva. I dipendenti locali lavorano qui a ** perché questo è coerente e adeguato allo status sociale della loro famiglia di origine e perché lo stipendio è buono, ma non perché vogliono contribuire a sollevare il mio paese dalla fame.

Però, esiste anche una dimensione positiva di questo maggiore distacco dal lavoro. Qui non esiste quell’etica del lavoro malsana che abbiamo in Europa, in quanto tutte le loro energie migliori vanno alla loro parte spirituale. Che lo si chiami Cristo, Maometto, Buddha, Yoga, Mindfulness meditation o contemplazione, questo è qualcosa di bello che noi abbiamo perduto e facciamo fatica a reintegrare nella nostra quotidianità

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