L'Egitto - Domenica 6 febbraio 2011
"Cara E., (...)ho passato quest' anno in relativa solitudine, per scelta, per stanchezza nel conoscere nuove persone e per difesa dal dolore di poi doverle lasciare per l'ennesima volta. Ho riflettuto molto. Ho vissuto in una delle città più grandi del mondo, che mi lasciava esausta ogni giorno per il solo fatto di non riuscire a respirare normalmente, data la concentrazione di polveri sottili nell'aria tra le più alte nel pianeta. Ho lottato contro il rumore che annientava il mio sistema nervoso, contro la bruttezza del cemento abusivo, e l'avidità di un'industrializzazione e di un turismo che stanno distruggendo ogni risorsa naturale di questo luogo di magia e storia. Ho accumulato una grande frustrazione, e i miei "sensi" sono stati annientati in parte dalla mancanza di stimoli positivi, e in altra parte anestetizzati da me, per sopravvivere alla bruttezza e allo spreco. Penso al sistema gigante in cui sto lavorando, ai pomeriggi spesi in workshop dove si parla e si riparla di sviluppo, ma non si capisce quello che vuol dire umanità, essere umano, Uomo!(...)" (5 Dicembre 2008)
"Cara E., (...)ho passato quest' anno in relativa solitudine, per scelta, per stanchezza nel conoscere nuove persone e per difesa dal dolore di poi doverle lasciare per l'ennesima volta. Ho riflettuto molto. Ho vissuto in una delle città più grandi del mondo, che mi lasciava esausta ogni giorno per il solo fatto di non riuscire a respirare normalmente, data la concentrazione di polveri sottili nell'aria tra le più alte nel pianeta. Ho lottato contro il rumore che annientava il mio sistema nervoso, contro la bruttezza del cemento abusivo, e l'avidità di un'industrializzazione e di un turismo che stanno distruggendo ogni risorsa naturale di questo luogo di magia e storia. Ho accumulato una grande frustrazione, e i miei "sensi" sono stati annientati in parte dalla mancanza di stimoli positivi, e in altra parte anestetizzati da me, per sopravvivere alla bruttezza e allo spreco. Penso al sistema gigante in cui sto lavorando, ai pomeriggi spesi in workshop dove si parla e si riparla di sviluppo, ma non si capisce quello che vuol dire umanità, essere umano, Uomo!(...)" (5 Dicembre 2008)
Questa è la storia di un anno - il 2008 - speso tra ironia e sconforto, stupore e fatica. Ho deciso di condividere queste parole. Non sono che le impressioni di una giovane donna arrivata nel Nordafrica di corsa e in carriera - occidentale, non sposata, e pure bionda... - e tornata con l'impressione di avere completato l'ultima tappa di quella corsa.
Il lavoro e il confronto con una società divisa tra storia e modernità, tradizione e libertà, corruzione e la corsa verso un agognato sviluppo - per tanti solo verso la ricchezza; il velo, le donne, gli uomini, il sesso, l'amore, i bambini, la maternità, la solitudine, la lontananza, il sole, la storia.
Una sottile striscia di Mediterraneo riflette, come uno specchio, Roma e Alessandria - così vicine nell'antichità; l'occidentale e l'orientale: davvero così lontani?
Il lavoro e il confronto con una società divisa tra storia e modernità, tradizione e libertà, corruzione e la corsa verso un agognato sviluppo - per tanti solo verso la ricchezza; il velo, le donne, gli uomini, il sesso, l'amore, i bambini, la maternità, la solitudine, la lontananza, il sole, la storia.
Una sottile striscia di Mediterraneo riflette, come uno specchio, Roma e Alessandria - così vicine nell'antichità; l'occidentale e l'orientale: davvero così lontani?
Negli ultimi giorni i media italiani si sono divisi tra gli scandali sessuali di Berlusconi e la rivoluzione in Egitto. Da una parte l'insorgere del popolo egiziano nella presa di coscienza dei propri diritti individuali e sociali; dall'altra parte il risveglio delle donne italiane in una riflessione nuova e quanto mai dovuta sul significato attuale della propria femminilità e delle modalità di confronto e relazione con l'altro sesso. Due temi che risuonano in queste riflessioni, iniziate a scrivere esattamente due anni fa.
Durante quell'anno, il mio sguardo ha progressivamente inziato a sdoppiarsi, tra oriente e occidente, tra nord e sud:
lottando in principio contro la frustrazione della mia femminilità occidentale giudicata, oltraggiata e di fatto, lì, limitata;
scoprendone in seguito una nuova, loro, ancestrale, naturale, a tratti dirompente, e altre volte opprimente, insidiosa, incatenata, lacerante;
stupendomi di quando questa diventasse contradditoria e caricaturale, là dove voleva scappare alle loro repressioni attingendo all'estetica "gonfiata" occidentale;
e infine, una volta tornata in Europa, guardando con stupore, se non indignazione, in uno shock culturale al contrario, a quelle che sono i nostri disequilibri interazionali e povertà affettive, in particolare nel rapporto uomo-donna.
scoprendone in seguito una nuova, loro, ancestrale, naturale, a tratti dirompente, e altre volte opprimente, insidiosa, incatenata, lacerante;
stupendomi di quando questa diventasse contradditoria e caricaturale, là dove voleva scappare alle loro repressioni attingendo all'estetica "gonfiata" occidentale;
e infine, una volta tornata in Europa, guardando con stupore, se non indignazione, in uno shock culturale al contrario, a quelle che sono i nostri disequilibri interazionali e povertà affettive, in particolare nel rapporto uomo-donna.
Copio passo passo il mio diario di quei giorni, mantenendone la confusione e le contraddizioni del sentire.
Nel febbraio 2008, al momento della partenza, avevo da poco compiuto 28 anni.
Nel febbraio 2008, al momento della partenza, avevo da poco compiuto 28 anni.
Margot Bezzi
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