4. La casa

Mercoledì 20 febbraio 2008

Oggi ho visto quattro case, con Abdel. Due erano improponibili. Una era carina, ma con la lavatrice semiautomatica, che vuol dire che l’acqua glie la devi cambiare tu. Un’altra mi piace abbastanza, magari è un po’ spoglia, ma è pulita e tutto è in condizioni abbastanza buone. Solo devo capire come si apre la lavatrice, ché non ci sono riuscita. E se i due boiler funzionano bene, perché quello che mi interessa è avere una bella doccia.

Giovedì 21 febbraio 2008

Questa sera ho deciso per la casa, per l’appartamento più piccolo. E’ leggermento meno cozy dell'altro, ma mi sento più a casa, perché è più raccolto e meno labirintico. Coi soldi che mi risparmio anche solo il primo mese posso comprare le cose per renderlo più carino. Abdu si è meritato mille cene con tutte le volte che l’ho chiamato.

Mi ha quindi portato a conoscere la padrona. Doctor Agaya è una signora sulla settantina, col viso che sembrava una maschera di cera che si sta sciogliendo, due occhi che mi hanno fatto pensare a Micheal Jackson, e il naso che sembrava scolpito nel sapone. Mi sembra una plasticata in via di liquefazione.

Lo spazio della casa era diviso da architetture di legno biancho arabeggianti. I mobili erano in tipico stile “goldy” locale - una specie di Luigi XV ma molto più carico e marcato, decisamente pacchiano - dalle imbottiture tutte macchiate e sdrucite. Tutto tendeva al dorato e al rosa. Anche il grande tappeto all'ingresso, che copriva una larga depressione nel pavimento dove mancavano le piastrelle, aveva l'aria di essere stato rosa...

Il salotto era diviso da due archi di legno da cui pendevano due pagliaccetti. Da una bacheca nel muro alla mia sinistra invece mi guardava una bambola. Poco più in là una foto della signora di almeno 40 anni prima, vestita con la casacca e il cappello accademici e una pergamena in mano. Insegnava all'università.

Intanto che io mi fissavo sui particolari di questa casa posticcia come il viso della sua padrona, e che avrebbe potuto benissimo essere la scenografia di un film di horror psicologico, Abdel e lei discutevano animatamente (urlavano, litigavano) in arabo per contrattare il prezzo. Alla fine la signora si è convinta a darmelo per 3600 pounds invece che 4000.

Domenica vado a firmare il contratto e a portare i soldi, ma non potrò entrare in casa fino a martedì. Spero davvero che la signora faccia tutti i lavori che ha promesso. Non vedo l’ora di andare nella mia nuova casetta, sperando che tutto funzioni. Ho solo paura del fatto che sono al settimo piano. Come farò a salire sulla sedia per mettere le tende...

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